(via Alt1040)
Brutte notizie anche in Italia: il tracker più famoso del mondo, già nella mira del primo ministro Silvio Berlusconi, dopo essere stato già “bloccato” nel passato, torna ad essere nuovamente considerato fuorilegge da quel governo. Gli avvocati di TPB appellarono e vinsero il caso tanto che fù presa la decisione di non poter censurare nessun sito straniero che, in teoria, violasse il copyright. Settimane fà la Corte Suprema Italiana revisò il caso e determinò che i providers di Internet possono bloccare i siti che rompono le leggi sul diritto di autore (quale? N.d.r.) siano o no alloggiati nel paese transalpino. TPB fù il primo nel cadere nella trappola legale, evidentemente. Secondo gli avvocati di TPB la Corte Suprema ha effettuato lo stesso procedimento che la corte di Bergamo nel 2008: lavarsene le mani invece di mandare il caso alla Corte Europea di Giustizia dove sono vigenti clausole per tutti i paesi comunitari. Non sappiamo se TPB appellerà a questa decisione ma hanno definito un prima ed un dopo a queste situazioni tragicomiche: negli ultimi 2 anni si sono talmente moltiplicati i Trackers in Internet che è tecnicamente impossibile fermarli tutti e il “fermo” di TPB non cambierà molto nella reperibilità di materiale in Internet. Sia come sia vedremo come è disposto ad attuare il Partito Pirata Italiano ma quello che ci fà riflettere (negativamente) è la posizione della giustizia davanti ad un caso simile. C’è da aver paura....
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