miércoles, 19 de mayo de 2010

La pressione sociale in Internet


(via Alt1040 y EscritoconSangre)
Due casi concreti che negli ultimi tempi hanno ferito la sensibilità degli spettatori e della comunità di Internet in genere: la bravata del presentatore (o così si denomina) sportivo Manolo Lama, appartenente alla triste catena Spagnola CUATRO che per riempire i minuti restanti prima della partita non ha trovato null'altro da fare che umiliare un indigente in diretta televisiva. QUI il video. Altro caso dell'anno passato, occorso in Messico dove una banda di ragazzi ha deciso così per passatempo di torturare un povero cane sino ad una terribile morte. QUI l'articolo con foto e documentazione dettagliata.
Sono due casi in cui nel primo la comunità di internauti non ha tardato neppure un secondo in distribuire la bravata denunciandola al grande pubblico. Nel secondo l'indignazione è stata totale quando uno dei criminali ha pubblicato immagini e video in Facebook senza pensare alle conseguenze che per i quattro sono gravissime: un fatto simile qualche anno fà costò un cambio di paese in totale anonimato ad un simile delinquente.
Il signor Manolo Lama non ha perso troppo tempo a dare spiegazioni e proporzionare scuse attraverso la catena televisiva: il ministero di Industria ha comunque aperto un espediente che potrebbe costare la bellezza di un milione di Euro di multa e, forse, l'espulsione del "simpatico" giornalista.
Nel secondo caso la multa è irrilevante rispetto a come i quattro criminali sono stati trattati in Facebook e nel loro paese. Una volta tanto abbiamo un paio di esempi di come ognuno di noi non deve credere che nascondersi dietro un monitor ci renda impuni: la legge, quella vera, deve tutelarci davanti a certi atti e le norme di comportamento tra persone (ed animali) non debbono cambiare per essere trasportate da una linea telefonica.

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