Kim Dotcom non va certo combattuto e neppure difeso: per questa ultima opzione possiede già i propri avvocati che sanno far bene il proprio lavoro. La questione Kim e Mega piuttosto dovrebbe farci riflettere su due questioni importanti: innanzitutto come gli Stati Uniti siano accaniti a difendere una lobby mafiosa che cerca di sopravvivere testardamente come nell' era della pietra. Neppure l'acclamato Obama ha fatto niente al rispetto se non difendere certe aziende che, evidentemente, a suo tempo lo hanno appoggiato o non c'è altra spiegazione plausibile. Mega poi torna dopo una vergognosa operazione di polizia allo stile "prendete il talebano vivo o morto". Tutto ciò che era Megaupload ha pubblicizzato perfettamente la nuova piattaforma Mega che rinata in pompa magna stà ottenendo un sucesso senza precedenti. E allora vincono i pirati? No, vince il buon senso e il cambio tecnologico. Non possiamo desiderare i dinosauri evitando l'era glaciale e quella che stiamo vivendo è esattamente l'era glaciale dei supporti analogici e materiali. Se la legge antipirateria dovesse essere applicata al 100% non potremmo neppure regalare un libro già letto dato che secondo il "vecchio mercato" sarebbe un atto di pirateria ma neppure i mercatini di libri, cd, films e videogiochi usati potrebbero essere considerati legali. Piaccia o no tutto ciò che si può digitalizzare si può distribuire e Kim si è oramai dedicato anima e corpo a dimostrare (e lo stà facendo benissimo) come il mercato deve cambiare.
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