jueves, 17 de junio de 2010

Charles Bukowski ed il suo computer.



(via ALt1040 e Reality Studio, disegno Robert Crumb)
Dalle proprie origini l'informatica era già legata alla letteratura essendo utilizzata l'investigazione della poesia "automatica" dai primi mainframes per non parlare dei word processors utilizzati dai primi pc casalinghi (Apple II e Commodore Vic20-C64). Tutto questo processo attualmente ha portato a programmi incredibili come Word 2010 (con il 2013 già in forno) ed ai libri elettronici passando per un Stephen King che in un racconto trasforma il proprio PowerBook in un personaggio, Neal Stephenson, Gibson e Sterling che hanno scritto e riscritto su tale tecnologìa tanto da avanzarne i tempi. Ma il caso più curioso fù quello di Bukowski Charles, famoso scrittore Americano di origini Germaniche che aveva un concetto dell'esistenza molto radicale ma non seppe resistere al fascino del word processor: fù un amore che durò dal 18 Gennaio 1991 sino alla data della sua morte nel 1994. Un Mac IIsi gli era stato regalato dalla moglie per natale e Charles, con i suoi 71 anni, aveva tardato qualche settimana ad accenderlo e comprenderne il funzionamento. Ma da allora duplicò la sua produzione poetica ed era talmente contento del prodotto che andò a scuola di informatica per comprenderne meglio i concetti. Assicurò di aver sviluppato un metodo mentale di gestire la macchina simile a quello da lui usato alle competizioni ippiche. In una lettera da lui scritta nel 1992 a John Martin, suo editore, scrivendogli di "una nuova tecnoligìa che gli avrebbe permesso di inviare istantaneamente i propri poemi: Internet". Insomma era entusiasmato dalle nuove tecnologìe tanto che arrivò a commentare con Bruce Kijewski che nel futuro, chissà, i libri sarebbero diventati elettronici. Strano pensiero?
Un ultimo commento di Bukowski recita "Un giorno un editore mi disse: tutto quello che fa il tuo computer è corregerti la grammatica del tuo lavoro... Quest'uomo non capisce niente. Vedere le tue parole su di un video davanti a te produce una sensazione graziosa alle quali invii più parole ancora a fuoco nell'obbiettivo...Sò che un computer non può creare uno scrittore ma può migliorare uno scrittore..."
Scrisse anche un poema chiamato "16-bit Intel 8088 chip" (LINK) ma invitiamo tutti a leggere il suo ultimo libro "Il capitano uscì a mangiare ed i marinai presero la barca" dove nei vari capitoli parla con entusiasmo del suo computer.

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