martes, 1 de abril de 2008
Speciale tecnologie perdenti: Laserdisc
Dopo il Betamax, torniamo sulle tecnologie perdenti con il Laserdisc: ricordate? Lanciato pochi anni dopo la vittoria del VHS, ha vissuto abbastanza ma senza comunque avere successo commerciale soprattutto in europa dove la sua presenza si limitò ad essere simbolica forse per la incapacità a poter essere registrato e restò un culto per pochi chissà per la sua somiglianza con i vinile da 33 giri.
Laserdisc fù sviluppato da RCA e Philips (padri del CD) dove la prima produceva i contenuti e la seconda i lettori. In 1972 ebbe luogo la prima dimostrazione che uscì in vendita verso il 1978 in USA con Lo Squalo. La vita si estese ben sino al anno 2000 che vide la pubblicazione degli ultimi film in questo formato tra cui la nota Sleepy Hollow anche se in giappone i lanci si estesero sino a tutto il 2001.
I dischi erano di circa 30Cm di diametro, in alluminio coperti da plastica e si trattava incredibilmente di un formato analogico anche se alcuni includevano audio digitale.
I formati usati pe rl’incisione erano il CAV (velocità angolare costante) che permetteva memorizzare 72 minuti di video (36 per lato), e CLV (velocitàlineare costante) con inferiore qualità e 135 minuti in totale.
Parliamo di lati in quanto come per il vinile terminata una (che era insufficente per un solo film) bisognava alsarzi dalla poltrona e girarlo (modelli di gamma alta giravano automaticamente il disco oppure giravano la lente e il senso di rotazione.
Qualità superiore al VHS evidentemente con 440 linee a fronte delle 240 tipiche, senza avere contatti fisici (essendo ottico) senza deterioramenti ne interferenze magneto meccaniche al contrario di vinile e nastri.
Nel caso poi del NTSC americano si includevano diverse piste audio con commenti del direttore (solo in sonoro) impossibile in VHS.
Il poter saltare tra fotogrammi permise l’uscita di giochi (chi non ricorda il famosissimo Dragon’s Lair con il simpaticissimo cavaliere?).
Evidentemente aveva problemi neppure troppo nascosti: formato enorme quasi intrasportabile, dischi pesanti e grandi che per forza centrifuga creavano un insopportabile rumore di fondo nella riproduzione, non elettrico ma creato meccanicamente.
Dovuto al formato alcuni films necessitavano più di un disco per la loro visione data la durata. Il fatto poi, appunto, di non possedere i vantaggi della registrazione (ad eccezione del settore professionale) se sentenziò la morte anche se in tempi lunghi. Prezzi elevatissimi in USA ed europa, in giappone in cambio si impose la politica del basso costo (similare al VHS) e divenne più popolare. Il DVD rimpiazzò totalmente questo formato data appunto la integrazione informatica anche se c’è da ricordare una curiosità: Pioneer, numero 1 delle vendite in europa del Laser Disc, commercializzò il DVL-9 che leggeva tanto Laser Disc che DVD.
Sony integrò negli stessi anni il MiniDisc (in questo caso solo audio) in una carcassa con presa SCSI per i PC ma disponeva anche di uscita audio comunque presentato solo ai saloni e mai commercializzato al grande pubblico.
(via Xataka)