domingo, 24 de enero de 2010

Cosa c’è dopo il sensore Bayer?



(via Xatakafoto)

I sensori delle fotocamere digitali attuali sono composti in parte da fotodiodi capaci solo di registrare la quantità di luce che ricevono da tutti i colori dello spettro. Bryce Bayer creò la matrice Bayer che consiste in un filtro capace di limitare i livelli luminosi ed interpretare i singoli colori. Il problema dell’invenzione è la perdita del 75% dell’informazione ovvero: in un sensore da 8 megapixel avremo 2 sensibili al rosso, 2 all’azzurro e 4 al verde ed i 6 megapixel rimanenti in ogni canale verranno stimati senza ottenere una fedeltà assoluta dei colori reali. Esistono alternative professionai come il sistema H di Hasselblad dove la fotocamera registra 4 immagini muovendo il sensore in verticale ed orizzontale ma lo svantaggio è che le condizioni di luce non possono assolutamente variare durante l’operazione e il soggetto deve essere totalmente statico e quindi la macchina non muoversi. A cambio otterremo la definizione più elevata possibile.

Foveon di Sigma filtra la luce per livelli in un sensore con tre fotodiodi per pixel con minori limitazioni dell’Hasselblad ma risoluzioni inferiori. Nelle immagini sopra vedremo le caratteristiche di un CCD normale, il sistema Hasselblad ed un Foveon Sigma.

Esiste molta polemica riguardo ai Bayer e Foveon ma la nostra opinione è che non è tanto “cattivo” come sembra: con le macchine attuali potremo sfruttarlo senza problemi. Potremo ottenere molta più definizione del sistema Sigma ed in tutte le condizioni al contrario di Hasselblad limitando tanto al Foveon di Sigma ed al sistema H di Hasselblad a situazioni concrete.

Ma lo sviluppo e la ricerca in questo settorenon si fermano mai.

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