(via Papyre.co.cc)
La storia si ripete: il modello di negozio obsoleto si incomincia a far sentire nei libri e pubblicazioni così come lo è stato (come lo è attualmente) nella vendita di musica e video. Le case editoriali iniziano a gridare "al ladro" davanti all'offerta di supporto elettronico come c'èra da aspettarsi. D'altronde è più facile lamentarsi che rinnovarsi. Non la pensa così, fortunatamente, Alfredo Quirós, gerente della libreria Cervantes a Oviedo il quale testualmente dichiara:
"Il nostro è, per ora un settore molto tradizionale, le stesse paure le abbiamo vissute con le edizioni da taschino, (stessi contenuti ma molto più economiche n.d.r.) il cambio sarà generazionale, il libraio sarà chiave per poter selezionare, si pubblicano (in Spagna) 70.000 libri all'anno e nessuno và a guardarsi 2.000 Webs. I nostri benefici saranno minori così come saranno inferiori le nostre spese. Una libreria media possiede uno stock di 200.000€ in carta stampata".
Sante parole....
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