Il telefono cellulare, prodotto che ha convertito il denaro degli anni '90 e 2000 in "chiacchiere", è morto. Il suo successore attuale è la pda. Ed il mercato oramai offre modelli per tutti i gusti e tutte le età: con display grande, piccolo, quadrato, led, lcd e tft. Il solo mercato degli accessori fattura milioni di Euro tra batterie, caricatori, custodie, supporti e chi più ne ha più ne metta. Perchè la pda è l'estensione del nostro computer per i viaggi e gli spostamenti in genere. Possiamo usarla per leggere, per navigare ed in generale per rimanere collegati alla rete 24h al giorno. Ma su di un fatto pochi riflettono: la sempre più grande necessità di avere un abbonamento 3G sulla nostra pda. Pochi, soprattutto gli acquirenti, riflettono poco su questo punto: i fabbricanti fanno finta di non vedere e di non sapere. Qualcuno come Apple addirittura lega i propri prodotti alle grandi compagnìe telefoniche, coscienti che, senza una connessione dati permanente, il loro prodotto è sempre più inutilizzabile. Un esempio classico è il TomTom o prodotti similari che, caricati sulla nostra pda, ci permettono anche in assenza di rete 3G di usare il programma off-line per seguire i nostri spostamenti quotidiani. Nel caso di piattaforme dove questi applicativi scarseggiano, troveremo una opzione interessantissima e totalmente gratuita: Google Maps le cui funzionalità superano addirittura i navigatori tradizionali mostrandoci mappe con immagini reali e disponendo di stradario per tutti i luoghi del mondo. Ma soffrono di una grave debolezza: in assenza di segnale non funzionano. Ed una pda collegata ore ed ore alla linea dati 3G soffre, a parte dei costi propri del servizio, di uno scaricamento rapidissimo delle batterie. Il costo del servizio poi, una volta fuori dal nostro paese, non è soggetto al roaming tradizionale che utilizziamo per le chiamate o gli SMS: può addirittura arrivare ad 1€ per 10Kb (si, kilobyte...). Ma la tendenza è questa: regalare la pda a cambio di un lauto contratto magari biennale dove il cliente risparmierà le decine di Euro di un programma di navigazione (ed anche 600€ di una bellissima pda) ma pagherà cifre esose (anche 2000€ in 24 mesi) per un prodotto "chiuso" i cui servizi non arriverà a sfruttare appieno. Ê sufficente cercare di ricevere o inviare un e-mail mentre viaggiamo in un vagone del metro o in aereo oppure tentare di restare collegati ad internet per usare Google Maps in certe regioni dove il solo segnale del telefono giunge appena per capire come la nostra beneamata pda si converta, a volte per ore intere, in un lussuoso fermacarte. E questa è la strada che hanno scelto Apple, Google con Android e, ultimamente, Microsoft con WP7.
2 comentarios:
parole sante...sembrano tutti fermi a guardare il mercato statunitense, forse l'unico in tutto il mondo ad avere una rete wireless gratuita sufficientemente vasta e capillare...forse.
Grazie per il commento tandy. Effettivamente concordo: possibilmente il mercato Asiatico abbia ancor meno problemi in quanto a connettività e costi ma il problema resta sempre il fatto di essere "legati" alla connessione. Sarebbe una eccellente idea (e sarà sicuramente il futuro) permettendoci di immagazzinare meno software che risiederà in rete ma i costi attuali sono sempre elevati soprattutto in funzione della copertura. Un saluto.
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