miércoles, 8 de julio de 2009

Libertà di espressione? Cosè?


(foto: Ikaro.net)

Vengono alla mente frasi come "l'avevamo detto", "lo sapevo", "era inevitabile" e molte altre. Ma con il "senno di poi" le cose non cambiano e, forse, non cambieranno mai. Una cosa è certa: quando iniziano a circolare in Intertet testi come quello che allego quì sotto, la situazione si fa seria e a qualcuno dovrebbe passare per la testa che Internet non è solo un passatempo di qualche giovane secchione occhialuto (non me ne vogliano i giovani secchioni occhialuti...n.d.r.) ma un problema più "globale"......

Il testo che mi è giunto:


In base a quello che leggerete anche questa e mail potrebbe essere fonte
di reato.
Ieri il Senato ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza (D.d.L.
733) tra gli altri con un emendamento del senatore Gianpiero D'Alia
(UDC) identificato dall'articolo 50-bis: /Repressione di attività di
apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet/ ; la
prossima settimana Il testo approderà alla Camera diventando l'articolo
nr. 60.
Il senatore Gianpiero D'Alia (UDC) non fa parte della maggioranza al
Governo e ciò la dice lunga sulla trasversalità del disegno liberticida
della "Casta".
In pratica in base a questo emendamento se un qualunque cittadino
dovesse invitare attraverso un blog a disobbedire (o a criticare?) ad
una legge che ritiene ingiusta, i /providers/ dovranno bloccare il blog .

Questo provvedimento può far oscurare un sito ovunque si trovi, anche se
all'estero; il Ministro dell'Interno, in seguito a comunicazione
dell'autorità giudiziaria, può infatti disporre con proprio decreto
l'interruzione della attività del blogger, ordinando ai fornitori di
connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di
filtraggio necessari a tal fine.

L'attività di filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro il termine di
24 ore; la violazione di tale obbligo comporta per i provider una
sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000.

Per i blogger è invece previsto il carcere da 1 a 5 anni per
l'istigazione a delinquere e per l'apologia di reato oltre ad una pena
ulteriore da 6 mesi a 5 anni perl'istigazione alla disobbedienza delle
leggi di ordine pubblico o all'odio fra le classi sociali.

Con questa legge verrebbero immediatamente ripuliti i motori di ricerca
da tutti i link scomodi per la Casta!
In pratica il potere si sta dotando delle armi necessarie per bloccare
in Italia Facebook, Youtube e *tutti i blog* che al momento
rappresentano in Italia l'unica informazione non condizionata e/o
censurata.

Vi ricordo che il nostro è l'unico Paese al mondo dove una /media
company/ ha citato YouTube per danni chiedendo 500 milioni euro di
risarcimento.
Il nome di questa /media company/, guarda caso, è Mediaset

Quindi il Governo interviene per l'ennesima volta, in una materia che,
del tutto incidentalmente, vede coinvolta un'impresa del Presidente del
Consiglio in un conflitto giudiziario e d'interessi..
Dopo la proposta di legge Cassinelli e l'istituzione di una commissione
contro la pirateria digitale e multimediale che tra poco meno di 60
giorni dovrà presentare al Parlamento un testo di legge su questa
materia, questo emendamento al "pacchetto sicurezza" di fatto rende
esplicito il progetto del Governo di /normalizzare/ con leggi di
repressione internet e tutto il sistema di relazioni e informazioni
sempre più capillari che non si riesce a dominare.

Tra breve non dovremmo stupirci se la delazione verrà premiata con buoni
spesa!
Mentre negli USA Obama ha vinto le elezioni grazie ad internet in Italia
il governo si ispira per quanto riguarda la libertà di stampa alla Cina
e alla Birmania.

Oggi gli unici media che hanno fatto rimbalzare questa notizia sono
stati il blog Beppe Grillo e la rivista specializzata Punto Informatico.
Fate girare questa notizia il più possibile per cercare di svegliare le
coscienze addormentate degli italiani perché dove non c'è libera
informazione e diritto di critica il concetto di democrazia diventa un
problema dialettico.

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